Il testo descrive Palermo come una città dalle molteplici sfaccettature, dove l'emarginazione e l'opulenza convivono. La città appare bella e sontuosa, ma anche grigia e confusa. Si possono trovare rosticcerie, pasticcerie, ristoranti e mercati ricchi di cibi esposti con sensualità. Tuttavia, basta allontanarsi dal centro per trovarsi di fronte a spettacoli di povertà e degrado. In questa città si può sopravvivere, ma solo muovendosi entro recinti ben definiti e regole non scritte, altrimenti si rischia la vita.